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Questo grande affresco staccato, realizzato da Sandro Botticelli nella primavera del 1481, si trovava originariamente nel portico dell’ospedale di San Martino alla Scala, a Firenze. E’ attualmente collocato nell’area absidale della chiesa di San Pier Scheraggio, presso gli Uffizi. Botticelli compone la narrazione dell’Annunciazione in modo da comunicarci tutta la grandiosità e l’emozione del momento. L’Angelo sospinto dal vento divino si presenta alla Vergine che si ritrae umilmente, ma turbata, accettando la divina novella. L’articolazione della scena sa far vivere sapientemente il rapporto tra interni (la parte destra dell’affresco) ed esterni (la sinistra), in una visualizzazione architettonica e prospettica del mistero divino, spaziando dall’intimità domestica della camera della Vergine, arredata con gusto rinascimentale, al paesaggio retrostante, nel quale dietro le mura cittadine vi sono colline, cipressi, vegetazione appena risvegliata dal letargo autunnale, che danno il senso, oltre che dello spazio, dello scorrere del tempo.
I due pannelli raffiguranti l’Angelo annunciante e la Vergine Maria, oggi incorniciati da un neutro listello di legno, fungevano originariamente da ante di una pala o di un tabernacolo. La scena narrata si svolge tra le quiete pareti di una corte interna, chiusa da un recinto di mattoni, sopra il quale svettano i tipici cipressi toscani; quasi un hortus conclusus sospeso nello spazio e nel tempo, in una immagine statica anche se connotata da una profonda cultura prospettica, come dimostra la fuga verso il fondo degli edifici trabeati e delle volticine a botte. Attribuita a Filippino Lippi, poi a Raffaello Botticini, l’opera è oggi unanimemente assegnata a Francesco Botticini. A giudicare dagli elementi stilistici, la datazione dell’opera può cadere tra l’ottavo e il nono decennio del XV secolo, date le affinità con il Tabernacolo di San Sebastiano, sempre nel Museo della Collegiata, i cui angeli sono simili a questo annunciante anche nell’acconciatura e nella posa.
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