Sono stati idealmente riportati nel territorio delle loro ville mugellane del Trebbio, di Cafaggiolo e di Pratolino (grazie all’evocazione dei loro ritratti oltre che delle lunette raffiguranti quelle dimore) i Medici, che in quei luoghi trascorsero tanti momenti di serenità: Cosimo detto il Vecchio, il nipote Pierfrancesco (figlio del fratello Lorenzo), il nipote Lorenzo (figlio di Piero il Gottoso) e, infine, con un salto di altre tre generazioni Francesco (figlio dell’altro Cosimo), il granduca innamorato della bella veneziana Bianca Cappello.

AGNOLO DI COSIMO TORI detto IL BRONZINO (Firenze 1503-1572) e bottega<br />Ritratto di Cosimo il Vecchio<br />1551-1553 ca.<br />olio su stagno<br />iscrizione: COSMUS MEDICES P P P<br />Firenze, Galleria degli Uffizi, Corridoio Vasariano <br />Inv. 1890 n. 870
Cosimo (1389-1464), primogenito di Giovanni di Bicci (1360-1429) e Piccarda Bueri (1368-1433), volle essere sepolto nella tomba posta al centro del pilastro di crociera della chiesa di San Lorenzo, ove erano i capolavori del suo fraterno amico Donatello da lui stesso commissionati, vicino al palazzo che si era fatto erigere dal fedele architetto Michelozzo, nel quale aveva raccolto gemme, sculture, dipinti e manoscritti. Il messaggio politico di questa scelta per la propria sepoltura era chiarissimo: egli era ormai il signore di Firenze tanto da meritarsi, dopo la morte, per decreto della Signoria, l’appellativo di Pater Patriae. Aveva acquisito il primato politico sulla città, pur rimanendo privato cittadino, grazie al controllo della cariche pubbliche all’interno delle istituzioni repubblicane e ad una consolidata fortuna economica che gli aveva ad esempio permesso di ospitare, nel 1439, il Concilio destinato a riunire la chiesa d’Oriente con quella d’Occidente.

AGNOLO DI COSIMO TORI detto IL BRONZINO (Firenze 1503-1572) e bottega<br />Ritratto di Pierfrancesco Il Vecchio de’Medici<br />post 1553<br />olio su stagno<br />iscrizione: PIERFRANCESCO DE’ MEDICI<br />Firenze, Galleria degli Uffizi, Corridoio Vasariano<br />Inv. 1890 n. 868
Il nipote Piefrancesco (1430-1476) non nutrì, invece, interessi né per la politica (pur avendo ricoperto qualche carica pubblica), né per l’arte; amava piuttosto trascorrere la vita in campagna nella villa del Trebbio, che gli era stata destinata dallo zio, dove coltivava la sua passione per cani e cavalli.

MAESTRO VERROCCHIESCO<br />Busto di Lorenzo il Magnifico<br />1510-1520 ca.<br />terracotta policroma<br />Firenze, Collezione Salvadori Carnevali
A tenere le redini del governo dell’oligarchica Repubblica fiorentina, dopo il nonno Cosimo e il padre Piero (1416-1469) morto prematuramente, si ritrovò, appena ventenne, Lorenzo (1449-1492) poi detto il Magnifico, che incontrò presto l’ostilità delle grandi famiglie fiorentine, presumenti di potersi facilmente liberare del giogo mediceo vista la giovane età del nuovo ‘signore’ della città. Tale opposizione culminò nella congiura dei Pazzi del 1478 che costò la vita al fratello minore Giuliano (1453-1478), ma Lorenzo seppe restare in sella e con abili mosse diplomatiche riuscì a far rientrare la guerra con il papa e conseguire alfine una pace, iniziando così la sua abile politica di equilibri e alleanze fra i vari stati italiani. Un breve, ma luminoso periodo in cui fiorirono la cultura e le arti: il poeta Agnolo Poliziano, il filosofo neoplatonico Marsilio Ficino, gli artisti Giuliano da Sangallo, Verrocchio e Botticelli furono tra coloro che frequentarono la corte del Magnifico sino alla sua precoce morte nel 1492.

AGNOLO DI COSIMO TORI detto IL BRONZINO (Firenze 1503-1572) e bottega<br />Ritratto di Francesco I de’ Medici<br />olio su stagno<br />iscrizione: FRANC. MED. FLOR. ET SEN. PRINC. COS. F.<br />Firenze, Galleria degli Uffizi, Corridoio Vasariano <br />Inv. 1890 n. 854
In un ben diverso scenario politico e culturale si trovò a muovere Francesco (1541-1587) cui il padre, l’ambizioso e pragmatico Cosimo (1519-1574) aveva conferito il titolo di reggente nel 1564, facendogli sposare l’anno seguente Giovanna d’Austria (1547-1578), figlia e sorella di imperatori. Era destinato a diventare granduca di Toscana, il secondo dopo che Cosimo aveva ottenuto l’ambito titolo. Più che i giuochi del potere, però, il nuovo principe amava partecipare agli esperimenti scientifici nelle officine granducali, rifugiarsi nel raffinatissimo Studiolo, all’interno dei quartieri medicei del Palazzo della Signoria, ove custodiva, entro armadi chiusi con sportelli dipinti dai pittori manieristi più in voga, preziosissimi oggetti sia naturali che artificiali, o, infine, trascorrere il tempo con la bella e amatissima Bianca Cappello (1548-1587). Così, quando nel 1574, alla morte del padre, divenne granduca di Toscana, continuò a coltivare tali interessi, sposando la gentildonna veneziana dopo la morte della moglie, Giovanna d’Austria, sempre più incurante degli affari di stato e spesso lontano dalla città per risiedere invece nelle sue splendide ville.

Le ville dei Medici

Trebbio, Cafaggiolo, Pratolino


Cosimo il Vecchio, Pierfrancesco, Lorenzo il Magnifico, il granduca Francesco I