In questa sala è offerta una selezione di armi e
armature in uso presso i Medici nell’arco cronologico
che va dalla metà del Quattrocento alla fine del
Cinquecento.
Il manufatto più antico, databile al 1450-1470, è
una “corazzina”, protezione mista di tessuto e lamelle
d’acciaio indossata sia sul campo di battaglia sia
quotidianamente al di sotto dei giubboni o dei
farsetti: tanto è vero che uno dei cospiratori della
congiura dei Pazzi del 1478 abbracciò Giuliano,
fratello del Magnifico assassinato nella cattedrale
fiorentina, proprio per verificare se egli ne
indossasse una.
Tra le tante innovazioni belliche apportate da
Giovanni delle Bande Nere, vi fu quella di dotare i
suoi soldati dell’elmetto da “a cavallo”, del quale è
presentato un esemplare di collezione privata: si
chiamava “celata alla borgognona” perché era usata
dalla cavalleria imperiale di Carlo V, che militava
sotto insegne fregiate con i bronconi di Borgogna
incrociati. Sempre alla figura del grande condottiero
mediceo è connesso il corno da caccia d’ottone,
commissionato per il matrimonio dei suoi genitori,
Giovanni di Pierfrancesco e Caterina Sforza, celebrato
nel 1497: l’opera presenta infatti gli scudetti delle
due famiglie.
Ad altre nozze è legato lo scudo circolare detto “rotella”, in legno rivestito di cuoio cotto sbalzato (da portarsi in parata), al cui centro sono una figura maschile seduta e una femminile in piedi, entrambe incoronate d’alloro. Se finora si era identificato il personaggio vestito di un’armatura all’antica con il duca Alessandro (a causa della somiglianza dei tratti) e, dunque, la donna in piedi di fronte a lui con la moglie Margherita d’Austria, oggi sembra più probabile che siano da riconoscersi nella coppia Cosimo I ed Eleonora di Toledo.
Un’altra “rotella”, sempre di legno rivestito di
cuoio, è quella che al centro presenta il mito di
Perseo che libera Andromeda, con allusione alle prime
vittorie del giovane Cosimo che aveva liberato la
Toscana dalla ribellione ‘mostruosa’ dei suoi
oppositori. Un Cosimo che aveva scelto per la propria
immagine ufficiale, dopo la presa del potere, di farsi
ritrarre da Bronzino (il dipinto è esposto nella sala
precedente) con il corsaletto da cavallo leggero (da
usarsi sia a piedi sia a cavallo), opera del corazzaio
Jörg Seusenhofer, favorito della corte imperiale degli
Asburgo: di quella sobria armatura vengono presentati
alcuni resti, insieme ad un guanto in metallo sempre
appartenuto a Cosimo.
In altri ritratti di questo, o anche del figlio Francesco, si vedono talvolta pugnali da duello (da utilizzarsi insieme alla spada) come quello qui esposto che potrebbe essere stato prodotto proprio a Scarperia. Appartenuti a Francesco I sono i resti di una “guarnitura da pompa”, compresa la “rotella” raffigurante la Presentazione a Cesare della testa di Pompeo, eseguita a Firenze da Matteo Piatti, un artefice milanese chiamato già nel 1568 al servizio di Cosimo per avviare una produzione locale di armature.
Era indossato invece da un cavaliere di Santo Stefano il “corsaletto composito da piede”, inciso all’acquaforte: vi si può notare l’arme granducale e la croce dell’ordine militare istituito per volontà di Cosimo nel 1561 per difendere il Tirreno dai barbareschi. Un corsaletto concepito per proteggere dalla vita in su, arti compresi, sia durante il servizio a terra sia sul ponte delle galee granducali.
Ad altre nozze è legato lo scudo circolare detto “rotella”, in legno rivestito di cuoio cotto sbalzato (da portarsi in parata), al cui centro sono una figura maschile seduta e una femminile in piedi, entrambe incoronate d’alloro. Se finora si era identificato il personaggio vestito di un’armatura all’antica con il duca Alessandro (a causa della somiglianza dei tratti) e, dunque, la donna in piedi di fronte a lui con la moglie Margherita d’Austria, oggi sembra più probabile che siano da riconoscersi nella coppia Cosimo I ed Eleonora di Toledo.
In altri ritratti di questo, o anche del figlio Francesco, si vedono talvolta pugnali da duello (da utilizzarsi insieme alla spada) come quello qui esposto che potrebbe essere stato prodotto proprio a Scarperia. Appartenuti a Francesco I sono i resti di una “guarnitura da pompa”, compresa la “rotella” raffigurante la Presentazione a Cesare della testa di Pompeo, eseguita a Firenze da Matteo Piatti, un artefice milanese chiamato già nel 1568 al servizio di Cosimo per avviare una produzione locale di armature.
Era indossato invece da un cavaliere di Santo Stefano il “corsaletto composito da piede”, inciso all’acquaforte: vi si può notare l’arme granducale e la croce dell’ordine militare istituito per volontà di Cosimo nel 1561 per difendere il Tirreno dai barbareschi. Un corsaletto concepito per proteggere dalla vita in su, arti compresi, sia durante il servizio a terra sia sul ponte delle galee granducali.