In questa sala è offerta una selezione di armi e armature in uso presso i Medici nell’arco cronologico che va dalla metà del Quattrocento alla fine del Cinquecento.

MAESTRO CORAZZAIO CENTROITALIANO (?)<br />Schiena di “corazzina” o “brigantina” <br />secolo XV, 1450-1470 ca. <br />acciaio, ottone, tela di canapa azzurra<br />Cerreto Guidi, Museo Storico della Caccia e del Territorio<br />Inv. Bd. n. 12922
Il manufatto più antico, databile al 1450-1470, è una “corazzina”, protezione mista di tessuto e lamelle d’acciaio indossata sia sul campo di battaglia sia quotidianamente al di sotto dei giubboni o dei farsetti: tanto è vero che uno dei cospiratori della congiura dei Pazzi del 1478 abbracciò Giuliano, fratello del Magnifico assassinato nella cattedrale fiorentina, proprio per verificare se egli ne indossasse una.

MANIFATTURA DI INNSBRUCK<br />Elmetto da “a cavallo” (“celata alla borgognona”)<br />1505 ca.<br />acciaio<br />stato di conservazione ottimo (rifilatura con cricca al margine frontale del coppo, frutto di un intervento in epoca d'uso, perni per la visiera moderni)<br />Firenze, Collezione privata
Tra le tante innovazioni belliche apportate da Giovanni delle Bande Nere, vi fu quella di dotare i suoi soldati dell’elmetto da “a cavallo”, del quale è presentato un esemplare di collezione privata: si chiamava “celata alla borgognona” perché era usata dalla cavalleria imperiale di Carlo V, che militava sotto insegne fregiate con i bronconi di Borgogna incrociati. Sempre alla figura del grande condottiero mediceo è connesso il corno da caccia d’ottone, commissionato per il matrimonio dei suoi genitori, Giovanni di Pierfrancesco e Caterina Sforza, celebrato nel 1497: l’opera presenta infatti gli scudetti delle due famiglie.

Ad altre nozze è legato lo scudo circolare detto “rotella”, in legno rivestito di cuoio cotto sbalzato (da portarsi in parata), al cui centro sono una figura maschile seduta e una femminile in piedi, entrambe incoronate d’alloro. Se finora si era identificato il personaggio vestito di un’armatura all’antica con il duca Alessandro (a causa della somiglianza dei tratti) e, dunque, la donna in piedi di fronte a lui con la moglie Margherita d’Austria, oggi sembra più probabile che siano da riconoscersi nella coppia Cosimo I ed Eleonora di Toledo.

MANIFATTURA ITALIANA, Modena o Firenze (?)<br />Rotella raffigurante Perseo e Andromeda<br />ante 1550<br />legno di pioppo, cuoio cotto, ferro dorato;<br />Firenze, Museo Nazionale del Bargello<br />Inv. n. 757 AM
Un’altra “rotella”, sempre di legno rivestito di cuoio, è quella che al centro presenta il mito di Perseo che libera Andromeda, con allusione alle prime vittorie del giovane Cosimo che aveva liberato la Toscana dalla ribellione ‘mostruosa’ dei suoi oppositori. Un Cosimo che aveva scelto per la propria immagine ufficiale, dopo la presa del potere, di farsi ritrarre da Bronzino (il dipinto è esposto nella sala precedente) con il corsaletto da cavallo leggero (da usarsi sia a piedi sia a cavallo), opera del corazzaio Jörg Seusenhofer, favorito della corte imperiale degli Asburgo: di quella sobria armatura vengono presentati alcuni resti, insieme ad un guanto in metallo sempre appartenuto a Cosimo.

In altri ritratti di questo, o anche del figlio Francesco, si vedono talvolta pugnali da duello (da utilizzarsi insieme alla spada) come quello qui esposto che potrebbe essere stato prodotto proprio a Scarperia. Appartenuti a Francesco I sono i resti di una “guarnitura da pompa”, compresa la “rotella” raffigurante la Presentazione a Cesare della testa di Pompeo, eseguita a Firenze da Matteo Piatti, un artefice milanese chiamato già nel 1568 al servizio di Cosimo per avviare una produzione locale di armature.

Era indossato invece da un cavaliere di Santo Stefano il “corsaletto composito da piede”, inciso all’acquaforte: vi si può notare l’arme granducale e la croce dell’ordine militare istituito per volontà di Cosimo nel 1561 per difendere il Tirreno dai barbareschi. Un corsaletto concepito per proteggere dalla vita in su, arti compresi, sia durante il servizio a terra sia sul ponte delle galee granducali.